Un’interessante teoria dello psichiatra americano Daniel Siegel, afferma che noi possediamo 8 sensi o, per meglio dire, 8 flussi di consapevolezza.
5 sensi
I 5 sensi che tutti conosciamo sono:
- Vista: è la capacità di valutare visivamente il proprio ambiente grazie a movimenti oculari fluidi e precisi; la capacità degli occhi di percepire immagini di luce visibile.
- Udito: chiamato anche audizione, è la percezione del suono; include l’ascolto e la capacità di filtrare e attendere selettivamente gli stimoli uditivi.
- Gusto: noto anche come gestazione, è la capacità di rilevare sostanze chimiche negli alimenti, minerali e sostanze pericolose come i veleni.
- Olfatto: è la capacità di percepire gli odori; i prodotti chimici provenienti dal cibo o fluttuanti nell’aria vengono rilevati dai recettori olfattivi nel naso.
- Tatto: o percezione tattile, è il senso che consente di venire a conoscenza del mondo esterno mediante il contatto con la pelle.
Fin qui nulla di nuovo.
6° senso
Il 6° senso sono le sensazioni del corpo o il corpo nella sua interezza.
Si può dividere in due parti:
– la propriocezione o cinestesia è la capacità di cogliere le modifiche che avvengono all’interno dell’organismo, a livello dei muscoli o delle articolazioni; la capacità di percepire e riconoscere la posizione del nostro corpo nello spazio e di regolare il complesso meccanismo di controllo del movimento
[teoria descritta da Charles Scott Sherrington, neurofisico inglese, premio Nobel per la medicina nel 1932];
– l’enterocezione è la percezione delle sensazioni interne al corpo, la capacità di elaborare e registrare gli impulsi provenienti dagli apparati interni dell’organismo.
Il sentire intuitivo, quello che comunemente è definito appunto sesto senso, sarebbe l’integrazione delle informazioni provenienti da questi due organi sensitivi: la pelle che funge da barriera semipermeabile e tutto quello che si sente all’interno, compresa la sensazione stessa di sentire il proprio corpo.
Detto in altre parole il 6° senso sarebbe l’unione di ciò che si percepisce al di fuori di sé e di ciò che si sente dentro di sé.
7° senso
Secondo Siegel il settimo senso sono la mente e i ricordi.
Mente intesa come la funziona atta a sviluppare e integrare le sensazioni attraverso la consapevolezza, la capacità di osservare le proprie capacità mentali, l’abilità di essere coscienti di stare pensando.
Possiamo dire che la meditazione alleni il settimo senso.
8° senso
L’ottavo senso sono le relazioni.
O le percezioni delle relazioni, ovvero il senso della relazione, la sensazione di sintonia con se stessi e con un’altra persona, tutte le dinamiche relazionali.
Le relazioni, come sappiamo, sono fondamentali sia per noi donne e uomini, che in natura, dove spesso garantiscono la sopravvivenza. Infatti la selezione naturale non premia tanto o solo i più forti, quanto i branchi che hanno una migliore strategia e quindi una migliore relazione tra loro.
Allo stesso modo noi creiamo gruppi e società per avere relazioni, condividere, integrarci.
L’integrazione è il vero valore aggiunto: quando la sintonia è data dalla differenza e dal contributo di ciascun componente, diamo vita a meravigliose armonie, come in un orchestra.
Chi riesce a creare buone relazioni vive meglio e sopravvive di più.
Tutto sta ad allenare il senso di relazione, di essere in sintonia con gli altri, di sintonizzazione sulle relazioni.
Gli 8 sensi
La mindfulness è l’integrazione degli 8 sensi, saperli ascoltare tutti insieme tutti e otto.
Vivere in modo diretto questi otto sensi ci permette di essere radicati nel mondo fisico, nel corpo, nella mente e nelle relazioni.
Quando percepiamo i nostri sensi siamo pienamente presenti e aperti al sorgere di tutto ciò che si presenta.
Iniziando ad ascoltare il nostro corpo, potremo dare alle sensazioni il legame linguistico di cui sono prive e ricondurle a emozioni o pensieri, e integrarle in una consapevolezza più ampia.
In altre parole, partendo dal corpo, arriviamo alla mente.
La Mindfulness non è una capacità cognitiva, ma una modalità di essere, di essere nel presente, di essere consapevoli, di essere in relazione con noi stessi e con gli altri.
Attraverso la Mindfulness è possibile sviluppare l’autoriflessione e l’introspezione al fine di prendere maggiore coscienza dei nostri meccanismi mentali e avvicinarci quindi a una consapevolezza accettante e accogliente.
Un ottimo esercizio da abbinare a questa interessante teoria è la meditazione informale, ovvero raggiungere uno stato di elevata consapevolezza mentre si svolge una qualsiasi attività.
Si porta attenzione a uno degli otto sensi, mentre gli altri restano sullo sfondo, fino ad integrarli tutti.
Decidiamo noi a che cosa dare attenzione e dove dirigere la nostra attenzione.
Siamo di più della somma delle nostre singole parti.