Teoria e Pratica – 21 giorni di esercizio

teoria e pratica -21 giorni di esercizio

Alcuni giorni fa riflettevo con un’altra persona su quanto siano strettamente collegate teoria e pratica.

La teoria ci permette di andare in profondità, di scavare, analizzare. Ci permette anche di estraniarci, di osservare la realtà da una prospettiva più vasta, di formulare ipotesi, stabilire linee guida, ideali a cui restare fedeli.

La pratica rende tangibile tutto questo e lo stabilizza, lo trasforma in attività reale, lo porta da una dimensione astratta a una concreta.

Per queste ragioni la mindfulness è sia un’attitudine sia una pratica.

È un’attitudine in quanto esiste nella nostra mente, ci è affine, scegliamo di coltivarla…

È una pratica perché ci porta a esercitarla nella nostra vita di tutti i giorni, tramite la meditazione ma anche le azioni più comuni.

Teoria e pratica si completano a viceversa e per un processo di cambiamento reale e duraturo non può esistere l’una senza l’altra.

Teoria = consapevolezza

La consapevolezza è un’ottima cosa. Essere consapevoli ci apre la mente, ci permette di vedere più cose, più chiaramente, più lucidamente. impariamo a conoscerci e a capirci, ci avviciniamo a noi stessi, siamo in grado di comprendere le ragioni dei nostri pensieri e comportamenti.

Ma la consapevolezza da sola non basta! È necessaria ma non sufficiente.

Senza almeno un interesse per la consapevolezza non ci porremmo nemmeno il dubbio di chi siamo, come stiamo vivendo, come potremmo vivere meglio e soprattutto perché. Nessuno di questi discorsi avrebbe senso in quanto andremmo avanti senza farci domande. Qualcuno forse direbbe che così vivremmo meglio… io non lo credo.

La consapevolezza si porta dietro molte domande, istanze, esigenze, anche di cambiamento. Tutto questo agglomerato di idee e sensazioni prende forma nella nostra mente e ci fa capire un po’ di più di noi stessi e di quello che è intorno.

Se facciamo un passo successivo ci accorgiamo ben presto che la consapevolezza non ci basta più, pur non volendola affatto abbandonare. Occorre agire.

Pratica = azione

Ed ecco che arriva in supporto la pratica, che non ha solo lo scopo di renderci attivi e quindi di farci adoperare concretamente nella direzione che abbiamo scelto; ha anche l’importante funzione di consolidare idee e sensazioni che avevano preso forma nella mente, di trasformarle in qualcosa su cui abbiamo davvero potere, in qualcosa che, se ripetuto e mantenuto nel tempo, avrà un impatto incredibile nel processo di trasformazione che stiamo desiderando.

Per questo motivo la mindfulness è una pratica, per questo motivo non è sufficiente parlare o leggere di mindfulness, informarsi e farsi una propria opinione. È fondamentale, ma non è tutto qui.

Applichiamo davvero la mindfulness quando meditiamo anche solo per 10 minuti al giorno e permettiamo alla nostra mente di entrare in una dimensione diversa, sconosciuta, elevata. Questo processo avrà effetti sulla nostra vita che non immaginiamo, proprio perché non possiamo concepirli in teoria, ma solo metterli in pratica. Applichiamo la mindfulness quando per esempio guidiamo e siamo concentrati su quello che facciamo: teniamo il volante, tocchiamo le leve accanto a esso, osserviamo la strada e anche il paesaggio, sentiamo il rumore dell’aria o i suoni che provengono da fuori, sentiamo gli odori dell’abitacolo (magari un profumo che noi stessi abbiamo scelto) o quelli provenienti da fuori, ecc. Significa questo portare la mindfulness nella nostra vita quotidiana: vivere pienamente e totalmente ogni esperienza, anche quella apparentemente più banale o ripetitiva. Perché in realtà non è mai banale e non è mai ripetitiva.

21 giorni di esercizio

Per rendere operative queste considerazioni, ti propongo un esercizio, o meglio due, uno basato sulla teoria e uno sulla pratica.

  • Il primo esercizio consiste nel dichiarare, anche scrivendo se vuoi, una cosa di cui sei consapevole riguardo a te stessa/o. Ricorda che abbiamo potere “solo” su di noi per cui dovrebbe essere una cosa che dipende da te. Per esempio: sono consapevole di impegnarmi nel mio lavoro, sono consapevole di essere una persona generosa, sono consapevole di amare i miei figli, ecc. Ogni giorno per 21 giorni un’affermazione diversa.
  • Il secondo esercizio consiste nel compiere ogni giorno almeno un’azione in maniera consapevole. Può essere una breve meditazione, ma anche una qualsiasi cosa che fa parte della tua quotidianità: lavare i piatti, leggere un libro, riordinare una stanza, parlare con una persona… Può essere davvero qualsiasi cosa, a patto che sia l’unica cosa che fai in quel preciso momento, che tu sia completamente presente in quello che stai facendo e che porti l’attenzione alle tue sensazioni corporee.

Ascoltare il corpo

Perché è importante ascoltare il proprio corpo? Perché il corpo e le sensazioni che ci trasmette ci tengono ancorati alla realtà. Abbiamo detto che abbiamo bisogno di pratica, di concretezza e le percezioni ci permettono proprio di fare questo. Nel momento in cui portiamo l’attenzione ai nostri cinque sensi o comunque al movimento o alle funzioni del corpo (come respirare) abbiamo più probabilità di essere nel qui e ora.

Pensa alla mente come a qualcosa che tende verso l’alto e al corpo come a qualcosa che tende verso il basso. La mente propenderà per concettualizzare, astrarre, vagare… il corpo per restare radicato, piantato, centrato. Nel momento in cui manteniamo l’attenzione sul corpo aiutiamo la nostra mente a restare anch’essa nel momento presente e a non perdersi tra i suoi mille pensieri e ragionamenti.

Se hai piacere, fammi sapere come ti trovi con gli esercizi e le tue considerazioni a riguardo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *