Strettamente collegato al tema dell’accettazione, lasciar andare significa non attaccamento, a nulla, né ai nostri pensieri o alle nostre emozioni, né agli altri individui o agli oggetti, né alle situazioni o ai risultati.
Come ci si riesce?
Innanzi tutto comprendendo che c’è un attaccamento e che questo attaccamento non ci fa stare bene. E, se riusciamo, chiarendo a noi stessi anche le ragioni di tale attaccamento, in quanto solitamente alla base di un attaccamento c’è un bisogno o una paura. Quindi per lasciar andare la manifestazione di tale sensazione, ovvero il comportamento o il pensiero, occorre fare un passo più nel profondo ed essere disposti a lasciar andare quello stato d’animo che ci tiene legati e ci impedisce di distaccarci.
È uno degni insegnamenti della mindfulness più difficili da applicare, perché associamo erroneamente la sensazione di lasciar andare a quella di perdere una parte di noi o qualcosa o qualcuno.
Mentre è esattamente il contrario.
Senza sforzo
Imparando a lasciar andare senza sforzo ci si libera di convinzioni e comportamenti che ci limitano e spesso ci nuocciono, per fare spazio a emozioni positive, potenzianti, arricchenti. Inoltre si è molto più sereni poiché quell’attaccamento, che può sembrare darci sicurezza e stabilità, in realtà non fa altro che trattenerci, limitarci, appesantirci.
Con accettazione
Ecco che quindi la leggerezza che inevitabilmente accompagna il lasciar andare, porta con sé sollievo, pace, accettazione.
Il lasciar andare è come un palloncino che lasciamo volare nel cielo, fino a vederlo sparire tra le nuvole.
La sensazione di leggerezza è l’inizio della trasformazione, della rinascita di quella parte di noi che per troppo tempo è rimasta vittima e succube di tale prigione. Si prova un grande senso di liberazione.
Con gratitudine
L’attaccamento ha avuto la sua funzione, non lo rinneghiamo, anzi ne siamo grati, ma possiamo scegliere di lasciare andare le parti di noi che ci creano dolore: le nostre convinzioni limitanti, le nostre paure, i nostri bisogni poco sani o compensativi, i vari automatismi. Allo stesso modo possiamo scegliere di lasciar andare anche ciò che è esterno: persone, luoghi, situazioni, dinamiche.
Si tratta di vincere la resistenza iniziale, che può essere molto forte, ma che probabilmente una pare di noi sa non essere benefica.
Fatto il salto, si entra in una dimensione mentale nuova, in cui si sente e si percepisce che qualcosa è cambiato, in cui siamo più tranquilli, oltre che molto più in pace con noi stessi e con il mondo.