L’accettazione non riguarda solo noi stessi, riguarda anche il mondo esterno a noi: le altre persone e gli accadimenti della vita.
Accettare non significa giustificare o farsi andare bene tutto.
La mindfulness ci porta a prenderci cura di noi stessi tramite l’ascolto e dall’ascolto più profondo dovrebbero nascere le nostre scelte, quindi nessuna scelta si può definire mindful se va contro il nostro benessere.
Accettare gli altri non è sinonimo di farceli piacere a tutti i costi o di non essere mai in disaccordo, ma di non permettere agli altri di influire negativamente su di noi.
[Escludendo, naturalmente, situazioni estreme, di azioni fatte contro la nostra volontà; non è di questo che stiamo parlando.]
Se parliamo di relazioni significative, l’unico modo per costruire o consolidare il rapporto è accettare l’altro. Senza questa premessa difficilmente il legame potrà evolvere o essere sereno ed equilibrato, a patto che siamo sicuri che l’altro ci vada bene com’è e che desideriamo davvero frequentarlo. Altrimenti ha poco senso tutto, rispetto a noi stessi e rispetto all’altro.
Se la nostra decisione è quella, occorre abbandonare aspettative e pretese e accettare che gli altri sono semplicemente quelli che sono; toglierci da una posizione di centralità: gli altri non sono questo o quest’altro in funzione nostra.
Spesso abbiamo la tendenza a prendere tutto sul personale, a pensare che i comportanti altrui siano rivolti a noi: non è così. Le persone sono quelle che sono e agiscono solo in funzione di questo. Fintanto che pensiamo che le parole o le azioni degli altri mirino a impressionarci, in positivo o in negativo che sia, stiamo continuamente filtrando gli altri attraverso i nostri occhi, le nostre credenze, il nostro modo di essere, che non è il loro. Stiamo interpretando. Paragonando. Giudicando.
Se parliamo di rapporti più superficiali, dovrebbe riuscirci ancora più semplice questo passaggio, poiché rapporti privi della componente affettiva che spesso ci porta ad avere reazioni istintive, in cui tutto il nostro vissuto emotivo si manifesta.
Quindi che cosa fare?
Prendere atto di come sono le persone, fare il passaggio di liberarle di tutto ciò di cui le abbiamo caricate: richieste, desideri, esigenze, attese.
Liberarle del passato e liberarle del futuro.
Lasciarle semplicemente essere.
E poi esprimersi, parlare, dire. Comunicare.