Diversi filosofi e studiosi, durante la loro esistenza, si sono interrogati su quali vantaggi apportasse l’azione di camminare all’essere umano.
Aristotele aveva l’abitudine di riflettere e parlare camminando. Per Cartesio, camminare era una metafora del buonsenso.
Seneca consigliava passeggiate all’aperto a chi aspirasse alla tranquillità dell’animo.
Immanuel Kant considerava le passeggiate un’attività essenziale durante la giornata. Si racconta che, ogni giorno tra le 5 e le 6 del pomeriggio, facesse una passeggiata nel parco. Non si trattava solo di una semplice passeggiata, ma era un tempo per riflettere in silenzio. Nel tempo passato lungo i sentieri del parco respirava profondamente e amava stare in pace a contemplare il percorso delle sue idee. In quei momenti di solitudine cercava di evitare le persone che lo avrebbero obbligato a conversare, turbando quel rituale di respirazione, a suo avviso indispensabile alla salute della mente e del corpo.
Jean-Jacques Rousseau riteneva che il camminare, la solitudine e il pensiero formassero un’unica guida, indispensabile per apprezzare la bellezza del mondo.
Per Soren Kierkegaard invece si trattava di un’attività essenziale per mantenersi in salute.
Il significato del camminare nella società ultra veloce di oggi
L’Organizzazione Mondiale della Sanità riconosce la camminata come un’attività fortemente consigliata, raccomandando di compiere circa diecimila passi al giorno.
Camminare a scopi salutistici o filosofici ha quindi un ruolo importante nella vita dell’essere umano e ai giorni nostri si fonde con il desiderio di rallentare.
“Le camminate sono una scappatella, uno sberleffo al mondo moderno, un momento di ozio in una società utilitaristica, una forma attiva di meditazione che permette all’uomo di recuperare un sentimento di felicità per l’esistenza. Non è questione di risparmiare tempo ma di perderlo con eleganza. Una passeggiata è una deviazione utile a ritrovare sé stessi e riprendere fiato”.
David Le Breton (antropologo)
Il filosofo e romanziere francese Frédéric Gros ha scritto che una passeggiata non è solo un esercizio fisico volto a sgranchire i muscoli e schiarire le idee, ma significa anche restituire al corpo il proprio ritmo, allontanandosi da quello imposto dalla società. Infatti percorrendo più di 2 km all’ora il nostro passo si abitua alla lentezza. Non essendo più prigionieri dell’urgenza, si sperimenta la libertà.
Non avendo più l’obbligo di essere efficiente durante la camminata, una persona riconquista il diritto sul proprio tempo e riesce a godere pienamente del piacere della durata. Il corpo, non più sottoposto alla pressione del rendimento, si rilassa immergendosi così nello spazio circostante.
Inoltre l’aria entra piano nei polmoni, il silenzio reca sollievo ai timpani e il suolo morbido sfiora i nostri piedi (nudi) e i sensi smettono di aggredire la coscienza.
Camminare secondo il Buddismo
In piedi, seduti, sdraiati o in cammino: queste erano per il Buddha le quattro posizioni del corpo che consentono di sviluppare la consapevolezza di sé.
Thich Nhat Hanh ha reso la pratica di meditare camminando una vera e propria filosofia di vita.
“Non camminiamo per andare da qualche parte, la nostra azione è fine a sé stessa”
(Thich Nhat Hanh)
L’obiettivo è vivere il momento presente per assaporare ogni passo, consapevole della respirazione, dei movimenti del corpo, procedendo con un sorriso sulle labbra e la pace nel cuore.
La meditazione camminata, una pratica mindful
Nella meditazione camminata occorre restare nel camminare come tale. Ci si può concentrare sulla cadenza dei passi nell’insieme o isolati, sui segmenti successivi del moto come sollevare un piede, procedere, appoggiarlo nuovamente e così via. È possibile anche accoppiare la consapevolezza del camminare con la consapevolezza del respirare.
Nella meditazione camminata non esiste una destinazione determinata; di solito si passeggia avanti e indietro lungo un sentiero oppure in circolo. Non avere una destinazione facilita essere presenti lì dove si è.
La pratica meditativa consiste nell’accogliere ogni singolo passo ed esserne pienamente consci. Questo significa percepire le sensazioni del camminare nei piedi, nelle gambe, nel portamento, nell’andatura, come sempre momento per momento e, in questa circostanza, passo dopo passo.
Facilmente emergeranno sensazioni che ti distrarranno dalla semplice esperienza del camminare.
Puoi sempre praticare la meditazione camminata anche in maniera informale. È possibile camminare con consapevolezza lungo un marciapiede, il corridoio dell’ufficio, durante un’escursione; devi semplicemente ricordarti di essere presente a te stesso e al tuo corpo, interiorizzare il movimento cosciente di ogni passo effettuato accettando ciascun momento come viene.
L’età poi non rappresenta nessun ostacolo alla meditazione camminata : puoi praticare a qualsiasi età!
Utili suggerimenti per la camminata consapevole
Alleggerire il passo
Cammina lentamente concentrandoti su ciascuno dei passi, che sono calmi e rilassati, quasi cerimoniosi. Avanza come per imprimere sul terreno un’orma delicata.
Sorridere
Accenna un sorriso mentre cammini. Sorridere rappresenta, da una parte una prova del risveglio della coscienza e della serenità interiore, e dall’altra ti aiuta a mantenere uno stato di intensa tranquillità. Fallo per te stesso se cammini da solo, ma anche per chi ti accompagna durante la passeggiata se tu fossi in compagnia.
Respira la serenità
La pratica della mindfulness insegna a essere consapevoli del proprio respiro, in modo da distinguere quando è affannoso e quando invece è tranquillo. È possibile concentrarsi sulla respirazione e allo stesso tempo sui passi, bisogna sincronizzarli. Invece di contare quanto spesso inspiri ed espiri, fai attenzione al numero di passi. Prova respirando normalmente, senza accelerare o rallentare il ritmo. In genere, il risultato si attesta intorno ai due respiri ogni due passi, due ogni tre passi o tre ogni tre. Così facendo, riesci a focalizzare l’attenzione sia sui passi sia sulla respirazione, mentre il sorriso mantiene la serenità dell’insieme.
Infine, durante le tue camminate non dimenticare di prestare al attenzione al paesaggio o a quello che ti circonda. Se ti focalizzi troppo sulle tecniche di mindfulness, dal momento che è impossibile ricordarsi di sorridere, contare i passi, riempire o svuotare i polmoni ed estasiarsi di fronte alle meraviglie della natura, rischi di perderti le meraviglie intorno a te. Niente di più normale: se ti concentri su troppe cose diventi meno efficace. Quindi per ammirare le bellezze della natura, è necessario smettere di camminare. Mantieni sotto controllo la respirazione e rimani ad osservare per tutto il tempo che vuoi, riprendendo il cammino solo quando ti senti appagato dalla contemplazione.