La mindfulness è un’attitudine, uno stato della mente, un modo di percepire la vita e di porsi nei confronti di essa.
Gli insegnamenti su cui si basa sono qualcosa che si assorbe lentamente, gradualmente, qualcosa che entra a far parte di noi un passo alla volta, momento dopo momento.
È una pratica ed è proprio con la pratica che si consolida e si rafforza.
Occorrono pazienza e costanza.
Una volta che si inizia a entrare in modalità mindful, si cominciano a percepire diversamente molte cose: a partire da noi stessi, da quanto peso e importanza diamo ai nostri pensieri, a quanto ogni esperienza che viviamo sia soggettiva soprattutto nel modo in cui la recepiamo, dall’enorme potere e potenzialità della nostra mente, ma anche da quanto questa sia capace di “ingannarci”, alla grande immensa possibilità che abbiamo di modificare noi stessi e la nostra vita, di esprimere le nostre potenzialità e i nostri talenti, di abbracciare la nostra natura profonda, i nostri valori, e quindi essere più in pace, più sereni, più intimamente e profondamente realizzati.
La meditazione in tutto ciò aiuta (anche se non è indispensabile). Aiuta poiché facilità la comprensione e l’avvicinamento a una dimensione che potremmo definire più spirituale, non in senso religioso, ma nel senso di ascetico, trascendente la realtà per come la percepiamo solitamente.
La meditazione può essere formale o informale.
Con meditazione formale si intende una meditazione svolta seduti o talvolta sdraiati, nella maggior parte dei casi con gli occhi chiusi, per un tempo che può andare da pochi minuti a mezz’ora o più.
Con meditazione informale ci si riferisce al portare consapevolezza nell’azione che si sta compiendo: camminare, fare la doccia, lavare i piatti, conversare, fare sport, ecc.
La meditazione spesso è immaginata o come pensare a qualcosa, riflettere, mentre non è così, o come azzerare la mente, e non è nemmeno così.
La meditazione formale è non pensare a nulla o meglio osservare i propri pensieri senza agire su di essi. Cercare di placare la mente, di svuotarla, di silenziarla. Mettere a tacere quel chiacchiericcio che così spesso ci tormenta e non ci abbandona. Restare presenti a se stessi, usando spesso il proprio respiro come àncora.
Le meditazioni informali portano attenzione, concentrazione al momento presente, focalizzandosi sulle sensazioni che il nostro agire ci procura, in prevalenza sulle percezioni sensoriali e sulle emozioni derivanti.
Sono considerate altrettanto valide e salutari quanto quelle formali.
L’ideale sarebbe affiancarle, ma se preferisci non far rientrare nelle tue abitudini la pratica della meditazione formale, sicuramente potresti valutare di inserire le meditazioni informali, quindi una maggiore consapevolezza e coscienza del momento, nel tuo quotidiano.
Parole d’ordine: osservare fluire, non attaccarsi, non giudicare.
Lasciar essere tutto come è, senza intervenire, limitandosi a rimanere presenti e consapevoli.