Capita di cercare di districare i vari pensieri e soprattutto i vari livelli di pensiero.
C’è un livello del fare e dell’agire: talvolta ci viene da metterlo al primo piano, cercando strategie e soluzioni operative nel tentativo di capire come comportarci, ma spesso e ben presto realizziamo che il fare viene dopo e di conseguenza all’essere. Quindi entriamo nel piano dell’essere, che può essere diviso a sua volta in una parte fiduciosa e ottimista e una parte delusa e stanca.
La parte della fiducia porta avanti i pensieri positivi e crede che ci siano i presupposti per stare bene, che siano stati fatti dei passi avanti, che una progressione sia in atto. E quindi tende a vivere con leggerezza, con spontaneità, con gioia. Tende a prendere le cose in maniera favorevole, ad accettarle senza giudicarle, ad apprezzarle; porta a dimostrazioni semplici e immediate, porta a essere noi stessi con spontaneità e candore.
La parte della delusione invece vuole distaccarsi, prendere le distanze, essere obiettiva e pone l’accento anche sulle cose negative. Questa parte ci porta a chiuderci, a restare fermi, ad aspettare.
E ci riporta al quesito sul fare: agire con naturalezza come suggerirebbe la parte fiduciosa oppure agire per allontanarsi e chiudere come suggerirebbe la parte delusa? Non agire restando però fiduciosi e alimentando pensieri positivi come suggerirebbe la prima parte oppure non agire e distaccarsi, come suggerirebbe la seconda parte?
Si tratta di decidere quale livello e quale parte far prevalere.
Sono diventata coach e facilitatore in mindfulness perché volevo vivere meglio e aiutare gli altri a vivere meglio.
Quando a volte mi capitano questi momenti di confusione, mi chiedo: se io fossi una mia cliente, che cosa mi suggerirei? Perché alla fine la risposta credo sia quella, credo che la capacità che tutti abbiamo di saper aiutare gli altri abbia il medesimo fondamento di quella di aiutare noi stessi.
È sicuramente importante il sentire e infatti lo valuterei all’interno della risposta, ma è anche importante restare coerente con i valori in cui si crede e che in qualche modo si prova a trasmettere.
5 consigli
Consiglierei di:
- impegnare la mente: nel lavoro, nelle amicizie, nello sport, ecc. in modo da alleggerire il carico dei pensieri;
- non angosciarsi a trovare una soluzione perché le soluzioni arrivano da sole e solitamente quando non si cercano e si permette all’energia di fluire liberamente;
- non giudicare severamente né se stessi né le altre persone e di vedere sempre il bello che c’è e accoglierlo con gioia;
- non avere aspettative, ma lasciarsi sorprendere, essere curiosi di ciò che arriverà, mantenersi sereni e sorridenti;
- non tentare di compensare attraverso gli altri eventuali bisogni o esigenze che sente di avere: è importante bastare a se stessi, sapersi amare e completare da soli.
Da questi punti sembrerebbe che a prevalere sia la parte dell’essere fiduciosi, in linea con gli insegnamenti mindful.
Sul fare dipenderà dai momenti: in alcuni momenti ci sentiremo di agire, in altri di attendere. Non possiamo sapere ora come vorremo comportarci e quando: non avrebbe senso dire “il tal giorno alla tal ora farò questo” perché non possiamo conoscere come ci sentiremo allora e che cosa sarà avvenuto nel frattempo, dentro e fuori di noi.
Piccolo mantra: siamo fiduciosi, stiamo bene, siamo sereni. Tutto andrà per il meglio o comunque come è giusto che vada. Siamo fortunati, protetti, amati. Ci amiamo, ci proteggiamo, ci rendiamo felice. Noi veniamo prima di tutto e tutti; il nostro benessere è fondamentale per stare bene con gli altri e il mondo. La nostra vita è ed è stata piena: abbiamo fatto molte esperienze e abbiamo ancora tanto da vivere e imparare. E se la vita ci propone delle persone, delle situazioni, delle sfide, noi le accogliamo e ringraziamo.