Durante l’infanzia è possibile notare difficoltà o criticità che muovono i genitori ad approfondire quanto sta succedendo al proprio/a bambino/a.
Potrebbero trattarsi di difficoltà scolastiche, emotive oppure sociali.
Nello specifico, in questo articolo ci dedichiamo a capire cosa fare quando i bambini e ragazzi hanno difficoltà nella gestione dell’impulsività, iperattività oppure quando non riescono a stare attenti, segnali caratteristici dell’ADHD.
Buona lettura!
Da leggere prima dell’articolo
Ciò che mi interessa evidenziare in questo articolo sono i punti di debolezza che un bambino/a o ragazzo/a potrebbero dover affrontare nel proprio cammino.
I bambini e ragazzi NON sono il loro disturbo. L’approfondimento di questo articolo vuole focalizzarsi sulla difficoltà della gestione dell’impulsività, iperattività e/o dell’attenzione e in particolare porre l’accento sull’importanza della mindfulness (in aggiunta a tutti gli altri trattamenti già esistenti per queste difficoltà!).
Una diagnosi serve per poter intervenire, per impostare un trattamento, per poter AIUTARE i nostri bambini e ragazzi a vivere una vita all’altezza dei loro sogni.
I nostri bambini e ragazzi NON SONO la loro etichetta diagnostica.
Disturbi tipici dell’età evolutiva
I Disturbi del Neurosviluppo sono disturbi caratteristici dell’età evolutiva e tendenzialmente compaiono prima dell’inizio della scolarizzazione.
I disturbi riguardano deficit (specifici o globali, in base alla tipologia del disturbo) che causano difficoltà nel funzionamento personale, sociale e/o scolastico.
All’interno di questa categoria troviamo: la disabilità intellettiva, i disturbi della comunicazione, il disturbo dello spettro autistico, il disturbo da deficit di attenzione/iperattività, il disturbo specifico dell’apprendimento e i disturbi del movimento.
Che cos’è l’ADHD
ADHD: Attention-Deficit/Hyperactivity Disorder, dall’acronimo inglese. Mentre in italiano è DDAI: disturbo da deficit di attenzione/iperattività.
Lo dice il nome stesso dove risiedono le difficoltà: nella gestione delle risposte impulsive e/o nel controllo motorio e/o nel mantenimento dell’attenzione.
In particolare, l’aspetto che ne risente di più è l’autoregolazione; regolare le proprie risposte fisiologiche, emotive, cognitive e comportamentali in funzione delle proprie esigenze e di quelle dell’ambiente.
Parliamo di difficoltà nei seguenti aspetti:
- gestire le emozioni: positive e negative (entusiasmo, gioia, rabbia, frustrazione…);
- posticipare una gratificazione: ad esempio, il bambino mostra difficoltà nell’aspettare di ricevere un gioco o un regalo, nello scartare e poi giocarci direttamente;
- controllare gli impulsi delle risposte motorie o verbali: ad esempio, seppur sapendo che in classe si sta seduti al proprio posto, non riesce a fare a meno di giocare con l’astuccio, far cadere molte volte la penna, alzarsi e muoversi per la classe, etc.;
- adattare gli schemi mentali in base a nuove informazioni, in continua evoluzione: nonostante l’ambiente intorno è cambiato, continuare con la strategia decisa fin dall’inizio.
Per comprendere che cosa significhi vivere con le difficoltà dell’ADHD e sperimentare a pieno l’esperienza dei nostri bambini e ragazzi, è possibile vedere un video.
Perché la Mindfulness è importante nell’autoregolazione
All’interno della Mindfulness sono presenti molte pratiche che richiedono l’utilizzo di attenzione, consapevolezza, memoria, accettazione.
Possiamo facilmente dedurre quanto siano importanti queste pratiche, esercizi e attività e quanto possano essere utili a tutti quei bambini che presentano manifestazioni riconducibili ai pattern di disattenzione, iperattività e/o impulsività.
Ma non solo è deducibile; sono gli ultimi quindici anni di ricerche che ci mostrano come sia possibile adattare protocolli pensati per gli adulti a bambini e adolescenti in molti contesti diversi da quelli educativi fino ad arrivare a quelli riabilitativi.
L’obiettivo primario della pratica Mindfulness è aumentare la consapevolezza di ciò che accade nella loro mente e nell’ambiente circostante.
Praticare la consapevolezza richiede che la mente sia concentrata su un compito dato e specifico. Allena i bambini a stare e vivere nel momento presente.
Attraverso la pratica e l’allenamento, i bambini possono imparare a osservare, così, sia l’esperienza interna che esterna, il modo di reagire ad essa e come tutte le parti siano connesse tra loro.
L’importanza della consapevolezza nell’ADHD permette ai bambini e ragazzi di sviluppare le loro capacità di riconoscimento e autoregolazione degli stati interni (cognizione, emozioni e sensazioni).
Tutto ciò permette loro di imparare a prendere le distanze dai vari stati emotivi vissuti, soprattutto comprendendo che l’emozione è lo specchio di ciò che sta accadendo in quella precisa situazione, ma non definisce chi sono.
Il ruolo della consapevolezza è importante per aiutare i bambini ad imparare ad avere un controllo adeguato di risposta alle emozioni, a non reagire impulsivamente.
Nel mio prossimo articolo di giugno vedremo più nello specifico alcune strategie da poter utilizzare fin da subito!
Antonella