Spesso i momenti più significativi della nostra esistenza sono caratterizzati da qualcosa che inizia o da qualcosa che finisce.
Pensiamo ai nuovi progetti che avviamo, che si tratti della nostra vita privata o della nostra vita lavorativa. Oppure alle fasi della nostra esistenza che si concludono, anche in questo caso relative sia alle relazioni personali sia ai rapporti professionali. Talvolta andiamo incontro a cambiamenti anche molto significativi che aprono e chiudono delle porte. Questi passaggi sono indubbiamente importanti. Anche nel raccontare la nostra vita a un’altra persona poniamo l’accento su determinati eventi. Magari diciamo che il tale anno abbiamo iniziato un nuovo lavoro o quell’altro giorno ci siamo sposati o in quell’altra data ancora abbiamo cambiato casa. Tutti passaggi che segnano un inizio e/o una fine.
Saper iniziare qualcosa e saper concludere qualcosa è fondamentale per la nostra progressione. La fase iniziale è preceduta da, e al tempo stesso ci dà, una grandissima spinta, una propulsione a portare avanti ciò che desideriamo, ciò in cui crediamo. Anche nel caso di inizi forzati o non voluti da noi, rimangono comunque passaggi estremamente significativi che ci mettono alla prova in quanto ci costringono ad attingere a nostre risorse magari fino a quel momento poco utilizzate o che addirittura non credevamo di possedere. Allo stesso modo, un ciclo che si conclude è un momento per tirare le somme, fare un bilancio di quello che è stato, chiudere un capitolo e, se possibile, trarne lezioni e insegnamenti.
Ma che cosa sta nel mezzo di queste fasi, che cosa riempie davvero le nostre vite?
La nostra vita non è fatta di inizi e dei fini. La nostra vita è fatta di continuità.
Gli eventi che racconteremmo a un nuovo amico o una persona a cui abbiamo voglia di confidare i passaggi per noi importanti sono una minima parte di quello che è davvero la nostra esistenza. Se ci pensiamo, ad esempio, nel corso di un anno, quante volte andiamo incontro a un inizio o una fine così significativi da essere ricordati poi negli anni a venire? Non tutti gli anni iniziamo o concludiamo una relazione, non tutti gli anni mettiamo al mondo un figlio, non tutti gli anni cambiamo lavoro o luogo in cui vivere. Questo significa che in tutti gli altri periodi di tempo in cui non ci sono inizi e non ci sono fini, noi continuiamo, proseguiamo in qualcosa che evidentemente è già cominciato ma non si è ancora concluso.
La continuità è ciò che caratterizza la nostra vita
Il continuare a essere noi stessi nonostante o grazie a tutto ciò che ci accade, per scelta o meno, delinea la nostra vita.
Quello che è definito continuum è esattamente il dare continuità al nostro presente, il fatto di vivere costantemente in un eterno presente.
Sia nei momenti di cambiamento sia nei momenti di continuità, noi comunque siamo in un continuum della nostra vita. Agiamo, percepiamo, raccogliamo sentimenti, emozioni e sensazioni solo esclusivamente dall’attimo presente, anche quando questi sono generati dal passato, quindi dai ricordi, o dal futuro, quindi dai progetti o dai sogni. Anche in questo caso, anche quando torniamo indietro nel tempo o proviamo ad andare avanti, noi siamo comunque nel presente e trasportiamo e filtriamo tutto attraverso il nostro stato d’animo corrente. Che noi siamo con la mente indietro o che noi siamo con la mente in avanti, in ogni caso noi siamo con la mente nel qui e ora e il qui e ora ci accompagna, ci segue lungo il nostro cammino di vita.
Noi siamo sempre in un eterno qui e ora
Se pensiamo a quello che ci accadrà domani, non lo sapremo, ma sapremo per certo che domani saremo nel presente di domani perché nel momento stesso in cui ci saremo non sarà più futuro, ma un nuovo presente.
La continuità, il continuum, e il presente sono le uniche certezze che viviamo e che abbiamo la possibilità di plasmare, di modificare, di scegliere come vivere.
Noi viviamo in un continuo presente che si sposta insieme a noi lungo lo spazio e il tempo. Nel luogo e nel momento stesso in cui viviamo noi siamo qui e ora, in questo luogo e in quello che definiamo “presente”, ma un attimo dopo siamo di nuovo nel presente. È un presente che permane, che rimane, che ci accompagna lungo tutta la nostra esistenza. Per questo è così importante valorizzarlo e mettere le energie nel nostro momento presente, come ci suggerisce la Mindfulness, perché il nostro presente non solo è tutto ciò che abbiamo ma in realtà è anche tutto ciò che abbiamo sempre avuto e sempre avremo. Anche quando saremo nel futuro, molto di come riusciremo a vivere domani dipenderà da come riusciamo a vivere oggi.
Costanza, coerenza, mantenere fede ai nostri propositi, restare fedeli alle nostre idee
Solo in questo modo saremo in grado di mantenere la continuità tra ciò che siamo stati e ciò che saremo, ovvero stare nel presente con tutto il nostro essere. Saremo in grado di vivere nella maniera migliore possibile la maggior parte del nostro tempo che va da un inizio a una fine. Solo in questo modo saremo sempre nel continuum, nell’attimo in cui siamo, nell’unico attimo in cui siamo e possiamo essere.
La nostra mente è straordinaria ed è capace di vagare nella dimensione dello spazio e nella dimensione del tempo, nei limiti di quanto ci è concesso conoscere, ma anche nella dimensione della fantasia e dell’immaginazione.
Occorre allenarci
Come ogni esercizio in cui vogliamo diventare bravi, è necessario allenarci, è necessario fare pratica e interiorizzare i concetti perché questi possano davvero diventare parte di noi. Allora se vogliamo imparare a vivere nel presente e a viverci bene in questo presente, a dare il meglio di noi stessi nel posto e nel momento in cui siamo, a portare avanti il nostro processo esistenziale in un modo che ci appartenga, che ci sia consono, occorre che facciamo dolcemente entrare questa attitudine nella nostra vita: l’abitudine di esserci, di essere centrati, lucidi, padroni di noi e delle nostre facoltà, consapevoli delle nostre azioni e reazioni, attenti a noi stessi e a ciò che ci riguarda da vicino, in questo luogo e in questo momento.
Riusciremo ad avvicinare questa sensazione di esistenza quando riusciremo ad avere chiaro che ciò che è stato e ciò che sarà contano meno di ciò che è. Non meno come valore, non in termini affettivi o di significato, ma meno come peso nella nostra vita presente, che è essa stessa l’attuale manifestazione di noi. I momenti più normali, i momenti di continuità e di persistenza (da per-sistĕre, fermarsi, arrestarsi nel significato di mantenere, perseverare) non sono solo la maggioranza ma sono anche la nostra più grande risorsa, forse la nostra unica immensa risorsa, insieme alla capacità di riconoscere e lasciar andare le esperienze passate facendone tesoro e di avere fiducia e accettazione verso le esperienze future, restando aperti e accoglienti.