Mindfulness e Spiritualità

Mindfulness e Spiritualità

La spiritualità, che denota atteggiamenti, ideali e valori attinenti in generale allo «spirito», può avere diverse accezioni e interpretazioni.

La parola spiritualità deriva dal latino spirit(u)alĭtas -atis e può assumere differenti significati.

Il vocabolario Treccani riporta le seguenti definizioni:

  1. il fatto di essere spirituale, di avere natura o carattere spirituale,
  2. particolare sensibilità e profonda adesione ai valori spirituali. In particolare l’insieme degli elementi che caratterizzano i modi di vivere e di sperimentare realtà spirituali sia con riguardo a forme di vita religiosa sia con riferimento a movimento filosofici, letterari e simili.

Dal punto di vista più elementare, essa consiste in una prospettiva secondo cui esiste un livello della realtà, non percepibile con i sensi fisici, situato oltre quello della materia tangibile, dal quale quest’ultima trae vita, intelligenza o, per lo meno, lo scopo di esistere; può anche arrivare a includere la fede in esseri o poteri soprannaturali (come nel caso della religione), ma sempre con l’accento posto sul valore personale dell’esperienza.

Religione e Spiritualità

Spesso i termini “religione” e “spiritualità” vengono trattati come sinonimi, il che è alquanto impreciso, dato che anche alcune persone non credenti rivendicano una propria dimensione spirituale. Peraltro bisogna anche dire che molte altre persone atee e agnostiche respingono proprio l’uso di questo termine perché deriva comunque da “spirito”, nell’accezione sua propria di “immateriale”, “superiore alla materia”, etc.

Sempre parlando in termini di ricerca spirituale, un’altra connotazione tipica della spiritualità rispetto alla religione può essere la convinzione che esistano diversi percorsi spirituali, e che pertanto non esista alcuna verità oggettiva o assoluta in base alla quale decidere quale percorso sia meglio seguire; poiché ogni persona è diversa dalle altre, la scelta è spesso lasciata all’individuo, alla sua sensibilità e al suo discernimento.

Da questo punto di vista, religione e spiritualità non sono due concetti contrapposti che si escludono l’un l’altro, ma possono essere visti semplicemente come due tappe nella crescita interiore di ogni fedele o aspirante spirituale, tant’è che molti seguaci di religioni costituite considerano la spiritualità come un aspetto intrinseco e inscindibile della loro esperienza religiosa.

Non esiste insomma una vera contrapposizione tra i due termini, dal momento che il rapporto fra religione e spiritualità è paragonabile al rapporto fra contenitore e contenuto, fra forma e sostanza, fra teoria e pratica.

Mindfulness e Spiritualità

Il termine spirito deriva dal latino spirare, che significa respirare. Ne conseguono tutte le associazioni del concetto di spirito con alito della vita, energia vitale, consapevolezza, anima, spesso rappresentati come doni divini.

Nel senso più profondo, il respiro stesso è il massimo dono dello spirito. Ma, come abbiamo visto, la profondità e l’arco delle sue virtù possono rimanere inavvertite, se la mostra attenzione è diretta altrove.

Le imprecise e fuorvianti connotazioni del concetto di spiritualità associate alla mindfulness possono risultare confondenti e limitanti.

Dipendentemente da come viene interiorizzato il concetto di spiritualità, diverse attività possono essere definite spirituali. Crescere dei figli, sviluppare il corpo e la mente, il parto e persino ammirare un fiore potrebbero essere definite tali.

La mindfulness è un percorso che dura un’intera esistenza, è un’esperienza interiore che trascende le etichette. La pratica non significa raggiungere un obiettivo, favorire o approfondire esperienze spirituali. La funzione della mindfulness e della pratica è di risvegliarsi alla vitalità in ogni momento.

Essa supera tutte queste definizioni e il qui e ora diviene palcoscenico sul quale crescerà e si radicherà il lavoro quotidiano della pratica della consapevolezza.

Spiritualità potrebbe indicare semplicemente sperimentare completezza e intercorrelazione, rendersi conto che individualità e totalità sono connesse, che nulla è separato o estraneo. Sulla base di questo aspetto, tutto diventerebbe spirituale nell’accezione più profonda del termine perché sarebbe l’esperienza interiore a contare.

Anima, Spirito e Mindfulness

Alcune concezioni pongono la spiritualità al di sopra della volgarità, dell’impurità, e di illusorietà di mente, corpo e materia.

Nella psicologia archetipica la spiritualità è caratterizzata da un’ energia rivolta verso l’alto, per elevarsi al di sopra delle qualità terrene verso il mondo immateriale, risplendente di luce e radiosità, un mondo che trascende gli opposti in cui tutto si fonde nell’unicità. L’aspirazione all’unità spirituale è motivata dall’assillo romantico di trascendere il dolore e la sofferenza in un modo diviso e frammentato  che comprende anche l’oscurità.

Questa idea può essere una grande via di fuga, che per esempio la mindfulness non accoglie. Il dolore non è escluso, è parte integrante della vita, bisogna accettarlo, accoglierlo e con esso dimorare. Inoltre nella mindfulness è presente il concetto del non attaccamento, che riguarda sia aspetti materiali sia dottrine che ideologie.

L’immagine della montagna, usata nella cosiddetta meditazione della montagna, non si rifà soltanto all’inaccessibilità della vetta che si eleva verso l’alto, ma piuttosto richiama la solidità della base, inserita nella roccia. Invita a meditare in qualsiasi condizione: nebbia, pioggia, neve e freddo oppure in termini psicologici, quando sono presenti preoccupazione, confusione, dolore e sofferenza.

Gli psicologi ricordano che la roccia simboleggia l’anima più che lo spirito. La psiche, nella psicologia moderna, è intesa come il complesso delle funzioni e dei processi che danno all’individuo esperienza di sé e del mondo e agire in conseguenza. Pertanto il senso dell’anima è radicato nella molteplicità più che nell’unicità ed è fondato sulla complessità, sulla particolarità e sulla caratterizzazione.

L’anima ha una storia di ricerca, in cui si incontra l’oscurità, e a volte anche se si è confusi si continua a perseverare nella ricerca.

Alla fine, perseverando si può entrare in contatto con la parte più intima di se stessi, facendo emergere dall’oscurità i propri pregi. Questi pregi esistono dentro ciascuno, ma devono essere riscoperti anche attraverso la discesa nel tormento.

La pratica meditativa è lo specchio del percorso di crescita e di sviluppo dell’essere umano. Anch’essa porta in alto e in basso, esige che si affrontino e si abbraccino persino dolore e tenebre, gioia e luce. Esorta a utilizzare qualsiasi cosa si presenti e, dovunque ci si trovi, tutte le occasione di apertura, ricerca, crescita in forza e saggezza per il proprio cammino personale.

Anima e spirito divengono parole atte a esprimere l’esperienza interiore degli esseri umani nella ricerca della propria identità e della propria collocazione nel mondo.

I propri demoni, i propri limiti, sono qui e ora pronti ad insegnare qualcosa e bisogna che si ascolti ciò che viene detto.

La cosa più spirituale che ciascuno di noi può fare è semplicemente guardare con i propri occhi, vedere con occhi di completezza e agire con integrità, tenerezza e compassione.

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