La tua vita dipende dal respirare. Ma se dovesse essere davvero responsabilità dell’essere umano mantenere attivo il respiro, la razza umana si sarebbe estinta molto tempo fa. Di fatto quindi non sei direttamente tu l’autore del respiro.
Ci sono organi del tuo corpo che svolgono funzioni vitali come il respiro e il battito cardiaco. Certo, puoi influenzare il respiro, modularlo, ma non puoi certamente dire di essere tu a respirare: è un processo molto più misterioso e meraviglioso.
“Il respiro è il ponte che collega la vita alla coscienza, che unisce il corpo ai nostri pensieri.
Ogni volta che la vostra mente si disperde, utilizzate il respiro come mezzo per prendere di nuovo in mano la vostra mente.”
(Thich Nhat Hanh)
La mente e il respiro
È facile notare che quando sei stressata/o, in ansia, hai paura per qualcosa o comunque non sei tranquilla/o, il respiro si agita e diventa sia più superficiale che più rapido.
Naturalmente questa correlazione puoi notarla anche quando esegui un qualsiasi esercizio di respirazione.
Cosa succede alla mente in questo caso?
Si calma, ci si sente in pace con sé stessi e si sperimenta uno stato di benessere psicofisico.
Da tutto questo si può dedurre che il respiro e la mente sono strettamente correlati. Inoltre, la respirazione può essere usata sia per analizzare il proprio stato mentale sia per rilassarsi quando ci si sente particolarmente agitati.
Naturalmente per arrivare a questo livello devi essere pienamente consapevole del tuo respiro.
Quando il respiro è affannoso, anche la mente è agitata. Ma quando il respiro si calma, anche la mente lo fa. Pertanto, è necessario imparare a controllare il respiro.
Lo yoga e la respirazione consapevole
Lo yoga è una pratica durante la quale viene posta l’attenzione ai movimenti del tuo corpo e al sentire come si sta nelle posizioni che si assumono, chiamate Asana.
Ti sei mai chiesto che cosa succede quando esegui le posizioni yoga utilizzando il respiro consapevole?
Biologicamente parlando, durante la pratica di Asana accade che il controllo della respirazione, che solitamente avviene nel tronco encefalico, si sposta verso la corteccia cerebrale (una parte più evoluta del cervello) ed è questo cambiamento che ti permette di essere consapevole della respirazione. È proprio quando questo avviene che inizi a fare yoga.
Dal punto di vista fisico, invece, il respiro è correlato con la struttura corporale che hai. Ogni volta che pratichi una qualsiasi posizione yoga e stai andando oltre questa struttura, oltre i tuoi limiti e oltre le tue abitudini posturali, il respiro cambia. Essendo pienamente consapevole del respiro per tutta la tua pratica, puoi valicare i tuoi limiti fisici e oltrepassare la cosiddetta zona di confort.
Dovresti essere consapevole del respiro non solo quando mantieni una posizione, ma anche durante il movimento tra una posizione e un’altra. Il movimento associato al respiro nello yoga viene chiamato Vinyasa.
Dal punto di vista emotivo ed energetico il respiro consapevole è fondamentale per sciogliere blocchi emotivi o ristagni energetici.
Quando pratichi gli Asana e respiri consapevolmente, permetti a tutte le varie parti del corpo di respirare, anche quelle dove solitamente il respiro non arriva. Quando il respiro arriva in una parte del corpo che è “emotivamente” o “energeticamente” bloccata, i blocchi si sciolgono.
Consapevolezza del respiro
Durante l’inspirazione prendiamo aria e la restituiamo al mondo a ogni espirazione.
Suzuki Roshi, monaco buddhista e insegnante zen, parla di questo andare e venire incessante come di una porta che si apre e si chiude ritmicamente. E siccome non possiamo fare a meno di questa “porta ritmica”, il respiro è perfettamente adatto per essere preso come primo oggetto di attenzione.
Dal momento che stai respirando solo ora, lo scorso respiro è andato e il prossimo non è ancora arrivato.
Il respiro ti costringe a rimanere nel presente: ecco perciò che esso diventa un’ancora per indirizzare la nostra attenzione.
Esercizio sul respiro consapevole
La pratica di consapevolezza del respiro è una pratica formale, che serve per aumentare la stabilità nel tuo essere presente.
In questa pratica, l’attenzione è portata al percepire il respiro all’interno del tuo corpo. Lascia tutto sullo sfondo ad eccezione delle sensazioni del respiro, ovunque si manifestino in modo più intenso. Potrebbe essere in corrispondenza delle narici oppure nell’addome o nel torace.
Percepire il respiro è molto diverso dal pensare all’atto del respirare.
Se perdi il contatto con il respiro, cosa che accadrà sicuramente, nota cosa si è materializzato e cosa si è sostituito come oggetto della tua attenzione nel momento in cui divieni consapevole che non è più il respiro.
Gentilmente e costantemente ritorna a prestare attenzione alle sensazioni date dal respirare nella parte del corpo dove lo avverti maggiormente e lo farai e rifarai tutte le volte che la mente si intrufolerà nella tua pratica.
E lo farai al meglio delle tue possibilità senza giudicarti aspramente perché l’obiettivo non è diventare bravi meditatori, ma cercare semplicemente di divenire consapevole del tuo respiro nel momento presente.
Coltivare la consapevolezza del respiro è la cosa più importante ed è un atto di amore verso te stessa/o.
Sintonizzarti con il tuo respiro più volte nell’arco della giornata ti permette di allenare la tua consapevolezza.